Diga foranea golfo della Spezia
Delimitare l’acqua, creare dei luoghi
- Luogo
- La Spezia
- Anno
- 2011
- Committente
- Autorità portuale della Spezia
- Gruppo di progetto
- Andrea Cutrale; Daniela Giuffrida; Davide Patanè;
Una diga non è un elemento. Come i ponti, i coltelli, le frontiere, come ciò che collega o divide, una diga esiste solo in un contesto. Esiste solo al di qua e al di là di se stessa, non in se stessa. La diga da sola non ha senso. Se togli l’acqua resta un elemento senza funzione, un muro che chiude uno spazio, non più una diga. La diga è l’acqua, al di qua e al di là di essa. Acqua in tempesta al di qua, acqua ferma al di là. Il progetto di una diga è il progetto della superficie di mare che sta oltre.
Lo scopo del progetto è quello di delimitare l’acqua, creare dei luoghi: delimito per rendere abitabile, per esprimere un potenziale. Opposto alla strategia di occupare un territorio, modificare le caratteristiche per adattarlo alle mie esigenze. Si è evitato di progettare nuove strutture che occupassero lo spazio, si è preferito usare l’acqua stessa come elemento di progetto. Inducendo minimi cambiamenti alla superficie dell’acqua si creano dei nuovi spazi, si definiscono dei luoghi le funzioni si svolgono sulla stessa superficie dell’acqua. Creare il luogo significa rendere possibile una funzione. Minimi elementi fisici, moli galleggianti, nuove dighe, spesso soffolte, sotto la superficie dell’acqua, a volte fuori acqua, inducono minime variazioni all’elemento acqueo, alla superficie marina: proteggono dal moto ondoso, rompono le correnti superficiali, garantiscono la protezione di natanti, attività produttive e persone. La superficie cambia colore, la diversa corrente superficiale induce una sfumatura diversa, l’increspatura dell’acqua rimanda un riflesso nuovo, la luce si riflette diversamente. Individuo un’area, ne percepisco una fruizione, intuisco un limite, un’area protetta riconoscibile. Senza occupare la superficie creo un luogo.